Ritrovare la strada e tornare a fare rap sul serio.
Vic Mensa, ovvero come passare rapidamente – diciamo nel giro di tre anni – da nome di punta tra i protetti di Kanye West a outsider con tutto da riconquistare. Cose che possono succedere quando pubblichi un esordio buono e promettente (The Autobiography) nel 2017 e poi un po’ sparisci e un po’ ti metti a fare cose non esattamente a fuoco. Ad esempio, un progetto punk-rock fuori tempo massimo che non interessa praticamente a nessuno (93PUNX).
In breve, sembrava essersi perso un po’ per strada, ma ora invece il buon Vic pare tornato a fare quello che sa fare meglio: rappare seriamente su basi che spaccano (se ne conta perfino una prodotta da Hit-Boy).
Questo V TAPE si presenta così con tutte le stimmate del comeback, e la penna di Mensa pare bella in forma: si divide tra arroganti e inevitabili sbrodolate da rap game e momenti più introspettivi che toccano ora l’amore e ora la depressione. A sprazzi sembra di sentire un timbro à la Vince Staples, come appunto in Dirt on My Name, ma la personalità non manca.
Speriamo che la rotta giusta sia stata definitivamente ritrovata.