La bellezza dell’eterno ritorno dell’uguale.
L’eterna diatriba tra chi sostiene che una band debba rimanere fedele a se stessa nei secoli dei secoli oppure cambiare continuamente nel nome di una evoluzione artistica che sfugga la staticità sonora è un match che non avrà mai né vinti né vincitori. Tipo “è meglio l’uovo oggi o la gallina domani”. Trabocchetti che distolgono l’attenzione dalla realtà delle cose.
I Deftones sono sulle scene da un sacco di tempo. Hanno pubblicato una fila di dischi e si ritrovano oggi in una fase della carriera in cui in realtà non devono dimostrare nulla a nessuno, tanto ai concerti (quando ci saranno) la gente vorrà sempre e comunque sentire Back to School, Change o Diamond Eyes. E allora perché cambiare le carte in tavola? Tanto vale andare di autovampirismo: poco elegante, sicuramente non coraggioso ma assolutamente efficace.
↦ Leggi anche:
††† Crosses: The Beginning of the End
Ohms è il nuovo pezzo dei Deftones che rifà il verso a mille altri pezzi dei Deftones. Prevedibile, scontato, in qualche modo anche superfluo ma (forse proprio per questo suo giocare sul sicuro) terribilmente catchy e familiare. Come riassaggiare la solita vecchia torta della nonna: non stupisce più ma non tradisce mai.
Chino Moreno e soci hanno ben presente cosa vogliono i fan oggi: qualcosa di assai piacevole che non interferisca troppo con le hit in sede live, tanto lo sanno anche loro che un White Pony qualsiasi non sarà mai replicato. Tanto vale spararsi Ohms a tutto volume e via.