Una spina nel fianco dell’establishment. Da quarant’anni.
Una quindicina di anni fa girava uno spot idiota ambientato nell’800 dove una donna in calesse faticava a “parcheggiare”, con un fast forward finale dove i cavalli con la carrozza erano sostituiti da una Fiat 500 e lo slogan “Certe cose non cambiano mai”. Una boiata, ma che rende l’idea dell’approccio che l’ascoltatore dovrebbe avere nei confronti del nuovo singolo di Jello Biafra che, dopo un silenzio lungo sette anni, ha rimesso in pista i suoi Guantanamo School of Medicine. Cioè, cosa ci si può aspettare da uno che in 40 anni di carriera ha incentrato tutto sul combattere i dogmi e le incongruenze della politica?
Taliban USA già dal titolo dice tutto e vede il boss della Alternative Tentacles mettere in fila un testo al vetriolo infarcito di sarcasmo e ironia, sorretto da un pezzo punk’n’roll cafone, sfacciato e senza fronzoli.
Più che un cantante, Jello è sempre stato un sovversivo che ha usato la musica come veicolo per i suoi messaggi. Fa dunque piacere vedere che, nonostante gli anni siano passati per tutti, la fiamma della protesta sia rimasta accesa dentro di lui: cocciuto fino all’osso, rimane un esempio di coerenza artistica invidiabile, al netto di qualche situazione discutibile (come il processo contro gli ex Dead Kennedys) che comunque non macchia una carriera vissuta a testa alta.