Solo da un’esplosione che viene dall’interno può nascere il granito.
Fuoco cammina con me è il prequel della famosa serie Twin Peaks di David Lynch. Uscito nel 1992, raccontava gli ultimi giorni di vita di Laura Palmer. Se al me sostituiamo noi, invece, abbiamo dieci minuti che, lenti ma inesorabili come la lava, bruciano ogni cosa si trovi sul loro cammino, fino a che non resta come traccia solo cenere.
Questa distruzione sofferente – che sa anche di purificazione dell’anima – è opera dei capitolini IO, trio dedito allo sludge più dilatato, in cui non mancano guizzi di doom sulfureo capaci di inchiodare l’ascoltatore lasciandolo letteralmente senza fiato. La sorpresa a due terzi del brano è l’inizio del cambiamento, la trasformazione in essere dettata dagli sconvolgimenti esterni per riportare il tutto a uno stato di purezza, dove la parafrasi sta in un riff sostanzialmente immutato (quasi a rappresentare la personalità – l’io più profondo, appunto – di per sé non modificabile in maniera drastica) che, trovandosi improvvisamente spogliato dell’aggressività data dalle distorsioni, tenta un riallacciamento alle basi stesse di ciò che siamo, quasi a voler far tabula rasa. Ma è solo un abbaglio: tornano predominanti le grida di dolore e i suoni ipersaturati, che si ricollegano come in un loop continuo all’inizio del brano.
Cambiamo pelle come un serpente, ma come lui siamo consci che quella nuova diventerà a sua volta vecchia e andrà sostituita di nuovo, ancora e ancora. Se il fine ultimo di un certo tipo di musica è il raccontare una storia tramite la musica stessa, gli IO sono degli oratori da ascoltare attentamente.