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Michael Stipe & Big Red Machine: No Time for Love Like Now
Un'overdose d'amore

Michael Stipe & Big Red Machine
No Time for Love Like Now

Una zuccherosa galanteria da lockdown. Innegabilmente piacevole.

«Non c’è tempo per ballare, non c’è tempo per gli indecisi, non c’è tempo per l’amore, ora. Dove tutto questo ha iniziato a cambiare, non posso reggere i ricordi dell’isolamento, questa caduta libera e luminosa. Mi sono allontanato dalla luce gloriosa, ho girato la testa e pianto. Qualunque cosa significhi l’attesa in questo nuovo spazio, io sto aspettando te».

Oltre alla scritture di Stipe, tipica delle sue ballate struggenti e (permettiamoci pure il termine) standardizzate, già da queste righe sembra chiaro che la terminazione contingente abbia in questo caso avuto il suo impatto – anche se il cantante di Decatur non dice esplicitamente se questo pezzo sia stato ispirato dai giorni del coronavirus o meno.

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Ben nota da queste parti per la televisivissima (e italianissima) versione che ne ha fatto il nostro trovatore Fornaciari nella deserta piazza San Marco (campionature di gabbiani comprese) in questo periodo di quarantena, No Time for Love Like Now risente della superinfluenza di Aaron Dessner e Justin Vernon, autori delle musiche come Big Red Machine. Passaggi che, pur non brillando di nessuna autenticità specifica, richiamano le tonalità dei progetti principali di entrambi. Anche qui: una cosa che funziona, dopotutto, sembra funzionare sempre. Tautologie a parte, questa è la musica user-friendly. E tante volte va davvero bene così.

Che R.E.M., Bon Iver e i National potessero ballare insieme senza darsi fastidio non era certo un’astrusa meditazione musicofila. I toni di ognuno sono vicini quasi per natura e probabilmente questo è un perfetto incrocio delle loro soluzioni più consolidate, radiofoniche, mature. Senza cercare guizzi o particolari intensità espressive, è onestamente difficile negare l’efficacia di una ballata come questa. Zucchero-edit o Sugar-free.

Michael Stipe Big Red Machine REM R.E.M. 

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