Finalmente il punk. Fuori dalle solite, stantie etichette.
Storicamente parlando, così nasceva una sottocultura: era come avere una parete bianca. Si lanciavano barattoli di vernice, si facevano graffiti, o anche semplici scritte con il pennarello. Poi qualcuno però, passando di lì, si accorgeva della cosa, scattava una foto, la croppava sul dettaglio più appariscente e di fatto la trasformava: non più un’espressione impetuosa e istintiva, ma uno stilema da adattare e da vendere alle masse. Così ci ritroviamo oggi con dei canoni ben precisi: fai due accordi alla Ramones? Hai i capelli sparati e colorati come gli Exploited? Il ghigno alla Billy Idol? Birra e bestemmie? Fico! Allora sei punk!
E invece no. Manco per niente. Sei solo una fotocopia malriuscita. Perché ti manca un ingrediente fondamentale: l’attitudine.
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Ecco allora che vista da questa prospettiva, Second degli Sleaford Mods asfalta completamente tutti gli wannabe crestati che una volta a casina piegano per bene i vestiti Hot Topic prima di andare a dormire. Figli illegittimi dei Suicide, probabilmente sono ricordati dai più per gli splendidi featuring con i Prodigy, Leftfield e Scorn, ma la loro discografia è zeppa di qualità.
Con il nuovo singolo schiaffano tre minuti di drum machine, tastiera e voce talmente carichi di urgenza comunicativa che è impossibile restare fermi. Accento marcatissimo delle East Midlands al bancone del pub e quintalate di spessore per un attacco al vetriolo che non fa prigionieri.
Per dire che il punk non è morto: basta non cercarlo nei posti dove lo pubblicizzano. E se proprio Liam & Co. volessero riempire il vuoto lasciato da Keith, Jason Williamson è l’uomo giusto.