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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Bluedaze: Hodad
Patrick Swayze, Keanu Reeves, Gary Busey e Lori Petty sul set del remake di Point Break

Charlie fa surf, anzi no.

Ve li ricordate i lurker? Erano una presenza (a volte sospetta, a volte confortante) che si percepiva nei forum e nelle chat agli albori di internet. Seguivano la conversazione senza mai prendervi parte o intervenire, preda di un mix di impulsi contrastanti che alla fine li lasciava in un immobilismo consapevole, delicato, quasi mai frustrato: un po’ di sano voyeurismo da un lato, una bella manciata di quella timidezza che un nickname non riusciva ad abbattere e che si è fatta sempre più rara con l’avvento dei social media.

Ecco, applicate il concetto agli sport acquatici e finirete dalle parti del significato di hodad. Fin dagli anni ‘50, hodad è colui che bazzica le spiagge frequentate dai surfisti, li guarda da debita distanza, si veste e si comporta come loro, ma non ha mai messo una tavola sotto il culo. E non ha la minima intenzione di farlo: è a posto così. Una scelta di vita molto più comune di quello che sembra, anche in ambiti e contesti ben lontani dalla cresta dell’onda. Siamo un po’ tutti hodad, nel momento in cui, ogni giorno, ci raccontiamo in un modo che non è quello con cui tiriamo a campare: ce lo ha insegnato Pirandello e ce lo confermano miliardi di account Instagram.

Sicuramente lo sono i Bluedaze, per loro stessa ammissione. Figli felici della provincia, si godono le meraviglie alle porte di Varese come fossero a Santa Monica, sognando un oceano diverso per ogni scampagnata al lago. E proprio sulle rive del lago di Monate è girato il video di questo primo singolo, uscito quando ancora non potevamo uscire di casa e perfetta colonna sonora anticipata dell’estate piena di incognite che ci aspetta. Come vuole il titolo, sta perfettamente a metà tra il Charlie dei Baustelle e quello dei Clash, prende la California psych-pop dei Beach Boys, le mette addosso il tiro dritto ma per niente monotono dei migliori Cardigans e la porta a fare un giro su un pedalò d’acqua dolce ai piedi delle Prealpi.

Il disco (intitolato – manco a dirlo – Skysurfers) vedrà la luce in autunno e sarà prodotto da Martino Cuman dei Non voglio che Clara, garanzia di qualità. Ci sono tutti i presupposti perché abbia la forma dell’onda (quasi) perfetta.

Bluedaze 

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