Una vita migliore per un vecchio classico che non vuole passare a miglior vita.
Da un certo punto di vista sembra che la musica stia andando a ritroso, quasi come se la storia si ripetesse in modo circolare. Mai come in questi anni infatti è un fiorire di cover, che ci riportano in qualche modo alle origini del rock’n’roll.
Nello specifico, in uno dei due brani di questo nuovo singolo (la cui uscita doveva coincidere con un tour in Nuova Zelanda e Australia, ovviamente annullato causa COVID-19) le L7 coverizzano pure se stesse con una nuova versione riveduta, hangoverizzata e corretta di Burn Baby (uscita l’anno scorso sull’album Scatter the Rats) qui intitolata Witchy Burn. Ma la parte curiosa e succosa è la reinterpretazione del classico di Joan Jett & The Blackhearts Fake Friends. E quale miglior modo per guarnire la torta se non con la ciliegina di avere l’ex-Runaways alla voce e alla chitarra?
Ne risulta una rivisitazione meno pulitina e saltellante dell’originale, più diretta e schietta come nella tradizione della band californiana. Un pop-punk sporco ma ben prodotto con forti venature grunge medio-mainstream dove la voce adulta – eppure sempre graffiante – della double-J riesce ancora a convincere, quasi più che nella versione originale.
Chissà, forse trentasette anni di vita vissuta non sempre nella bambagia, tra promesse mai mantenute e fregature di vario tipo hanno regalato un significato ancora più duro e doloroso al concetto di “falsi amici”. Di certo il risultato è ottimo, e in secondo piano ci mostra nuovamente come un’icona rock del calibro della Jett sia stata spesse volte circondata da musicisti senza carattere. Le L7 invece di carattere ne hanno da vendere, e questo matrimonio è talmente ben riuscito che sarebbe un peccato se rimanesse una storiella da una botta e via.