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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Fake Names: Brick
(Non più) giovani ribelli

La rivincita a colpi di mattone del punk a stelle e strisce.

Rimescolare le carte a poker è una forma di presa in giro. Se le carte sono quelle, abbiamo le medesime possibilità di ricevere una buona mano o una terrificante sia se le mischiamo una volta, sia che lo facciamo per un’ora. Questa è statistica, il resto sono solo superstizioni.

Quindi se ci troviamo una band nuova con dentro personaggi come Michael Hampton (State of Alert, One Last Wish, Embrace), Dennis Lyxzén (Refused, International Noise Conspiracy), Johnny Temple (Girls Against Boys, Soulside) e Brian Baker (Minor Threat, Dag Nasty, Bad Religion) cosa possiamo aspettarci? R&B? Electroclash? Indie-pop?

Difficile.

Brick puzza di punk, solo punk, nient’altro che punk. Ovviamente nell’accezione americana del termine, quindi buttateci anche un po’ di emo e pop. Un minuto e tre quarti che, com’è giusto che sia, non punta né sull’originalità né tantomeno sull’innovazione sonora, lanciando a briglie sciolte un ritmo saltellante con un cantato fatto per essere gridato da un pubblico sudato e schiacciato in un mini club senza aria. Siamo – ci mancherebbe – lontani dalla violenza dei Discharge, ma sono due mondi completamente diversi: se in UK c’erano i Pistols, negli USA c’erano i Ramones, non scordiamolo mai.

Con queste premesse non credo che il nuovo album in uscita a maggio per la gloriosa Epitaph (e anche questo dovrebbe essere un segnale forte riguardo ai nostri) farà gridare al miracolo, ma sicuramente piacerà a tutti i nostalgici di un suono nato sì negli ‘80, ma che ha preso definitivamente piede nei ‘90. Enjoy.

Fake Names 

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