La (nemmeno troppo) sottile differenza tra cura a vendetta.
Allora: ti chiami Eden, sei il figlio di Simon Gallup, bassista storico dei Cure ed elemento più longevo e importante della band, secondo solo a sua maestà Robert Smith. Bene.
Si dà il caso che chissà come mai suoni e canti, anche perché probabilmente è la cosa che ti viene più naturale fare dato che sei cresciuto nei backstage di una delle band più importanti di sempre e negli ultimi anni ci lavori pure, sia come tecnico del basso sia come vero e proprio sostituto quando tuo padre non può esserci. Hai anche la tua band da qualche anno, di cui ti sei tatuato il logo perché ci credi davvero. E che suono potrebbe avere? Wave? Post-punk? Goth? Pop? Zero.
I Violet Vendetta pescano a piene mani dagli anni Novanta alternative per plasmare qualcosa da lanciare nel futuro. Ride è un pezzo tirato, atmosferico, di quelli che il buon Corgan pagherebbe oro per riuscire a scrivere oggi e, pur non facendo gridare al miracolo, si fa ascoltare più volte senza annoiare. Le ingenuità delle prove precedenti sono qui sparite, grazie a una produzione patinata quanto basta per un prodotto che cola british ma guarda agli USA.
Se Eden Gallup e i ragazzi riuscissero a togliersi di dosso la croce e delizia di essere “figli di”, potrebbero farsi strada nei festival medio-mainstream che contano, creandosi una fanbase di tutto rispetto. Sicuramente meno noiosi e banali delle miriadi di band che copiano il padre e lo zio putativo.