La band che poteva far fuori gli U2 torna con un nuovo album dopo ventinove anni.
Guardate qui: il conduttore americano Dick Clark, durante una puntata del celeberrimo show American Bandstand intervista una delle band del momento – The Psychedelic Furs. I toni ecumenici di Clark, che chiede ai membri del gruppo a che ora vanno a letto e se si nutrono a dovere, ricordano quelli di un epico Mike Bongiorno che a Superflash perculava i Depeche Mode perché erano tutti vestiti di nero. Il girone era lo stesso, ed era molto affollato: gente inglese con le tastiere che sbancava negli USA. Primi anni Ottanta.
Ci fu addirittura un momento in cui pareva che la band londinese potesse scavallare gli U2, a cavallo tra Boy e quel fantastico Talk Talk Talk, entrambi prodotti da Steve Lillywhite. Ma la loro carta vincente erano i singoli, carichi da novanta come Heaven, The Ghost in You, e la bowieana Love My Way (riesumata per la colonna sonora di Stranger Things).
Da quando si sono riformati, nel 2001, gli Psychedelic Furs sono stati quasi ininterrottamente in tour, quindi parlare di “ventinove anni di assenza” non è corretto. Ma il nuovo singolo, Don’t Believe è sì il primo dal 1991. Un pezzo notturno, sinistro, con una sezione ritmica galoppante e quella straordinaria muraglia di chitarre e synth e sax che hanno reso questa band riconoscibile tra mille. Poi c’è ancora la voce imperfetta di Richard Butler che con il tempo ha guadagnato in corposità. Un pezzo valido, impertintente. Peccato per la ripetitività quasi ossessiva del ritornello.
Il nuovo album Made of Rain esce a marzo, è stato registrato con Richard Fortus, (ex Love Spit Love) e mixato dal grande Tim Palmer. La Brexit non fermerà le Pellicce Psichedeliche.