New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Pearl Jam: Dance of the Clairvoyants
"Love is friction"

Pearl Jam
Dance of the Clairvoyants

Pronti a rinascere. Che vi piaccia o no.

L’arrivo di un nuovo album dei Pearl Jam suscita sempre grande trepidazione e sconquasso, vuoi per il noto oltranzismo della loro fanbase – di cui la rissosissima sottoscritta si fregia di far parte – vuoi perché la band da anni pubblica concedendosi grandi intervalli di tempo.

Ricordate Can’t Deny Me? Il discutibile singolo buttato lì un po’ così due anni fa? Dimenticatelo. Dance of the Clairvoyants, il pezzo apripista del prossimo album Gigaton, è altro.

↦ Leggi anche:
Pearl Jam: Can't Deny Me
Eddie Vedder for President
Jeff Ament: Safe In The Car
Jeff Ament & John Wicks: Sitting 'round at Home
Eddie Vedder: Cartography
The White Buffalo: Fantasy
Olivia Vedder (feat. Eddie Vedder & Glen Hansard): My Father's Daughter
Painted Shield: Dead Man’s Dream
3rd Secret: I Choose Me
Ament, Pluralone & Wicks: Tar & Feathers
Flag Day: un batterista italiano nella colonna sonora del nuovo film di Sean Penn

È chiaro che la band di Seattle abbia finalmente dato una sterzata al suono. C’è nuova grinta e c’è un nuovo produttore – Josh Evans, al posto del ricamatore Brendan O’Brien. Soprattutto, c’è un’intro col synth. Una cosa che, fosse un’altra band, non parrebbe così strana. Ma i Pearl Jam che partono con una linea di tastiera arpeggiata, come degli MGMT qualunque, sono spiazzanti. Tastiera suonata tra l’altro da Jeff Ament, che di solito suona il basso. Basso suonato qui da Stone Gossard, che di solito suona la chitarra. Chitarra che di solito suona (anche) Mike McCready, che qui si occupa (anche) di percussioni. Eccola l’altra grande notizia: tutti che suonano tutto, e Mike McCready alle congas.

Matt Cameron invece che fa? Suona ancora la batteria. Qui addirittura l’ha programmata, suonandola. Cioè, riproducendo il suono della batteria elettronica, com’è spiegato bene in questa clip. Insomma, un fottuto genio. Questa è una valida argomentazione da usare con i cattivoni che vi diranno che «ormai anche i Pearl Jam hanno la batteria elettronica e non sono più quelli degli anni Novanta».

E che dire di Eddie Vedder? Un altro uomo. Le problematiche mondiali che lo attanagliano hanno finalmente riavvolto le sue corde vocali nella carta vetrata. Si dice che faccia il verso a David Byrne. Nulla di più lontano. Chi sente i Talking Heads in questo pezzo è legato a uno stereotipo, e sente quel che più gli aggrada.

A prescindere dai rimandi, comunque, il pezzo ha groove, è carico di tensione, di svolte inaspettate, di chitarre in crescendo. Dopo i due ritornelli d’obbligo per le piattaforme di streaming, abbandona il seminato e va per i cacchi suoi, in una selva oscura fatta di overdub.

A proposito: a chi vi chiede se il pezzo sia più “bowieano” o “talkingheadsiano”, voi spiazzate tutti dicendo che ci sentite gli Editors. E la serata prenderà tutta un’altra piega.

Pearl Jam Eddie Vedder 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 1 persone!