La carota dopo il bastone, ovvero la versione affabile dell’ex strega mistica degli Swans.
Non servono certo molte introduzioni per un’artista del calibro di The Living Jarboe. Almeno per chi ha bazzicato anche solo una volta, nei suoi ascolti più estremi, in quella che può essere definita avant-garde music. E non sembrerà di certo stravagante affermare che Jarboe La Salle Devereaux sia una tra le più grandi esponenti di quella trascendenza misticheggiante propria dei veri grandi comunicatori. O, come qualcuno indica simpaticamente su Youtube, una cosa tipo Neurosis for girls.
Ultimamente, pur restando ancorata a quei lidi oscuri e mistici con cui la sua musica ha sempre confinato, l’ex Swans si è data a una nuova e più affabile versione. Le tonalità di Cut of the Warrior erano infatti figlie di un nuovo retaggio espressivo meno opprimente e più volto ad accarezzare sacralmente l’ascoltatore, piuttosto che annichilirlo.
Il nuovo singolo sembra proseguire in questa naturale evoluzione del percorso – ormai quarantennale – della diva del Missisippi e le medesime tonalità minimali di tastiere, effetti e synth sono la base per la sua espressione così evocativa. Un’espressione che ben si integra con lo stato di salute di tutto quel panorama artistico al femminile che sta offrendo così tanto materiale al corso della musica sperimentale. Da dove arrivano Lingua Ignota e Anna von Hausswolff, se non da qui, dopotutto?