Una miracolosa rilettura del contemporaneo per gli Stati Generali della nostra attualità musicale.
L’unico vero supergruppo italiano. Dove il termine è da assumersi ad ampio spettro. Nel senso più puro e originario, sì – visto l’approccio tipicamente Senventies a una curiosità armonica a tutto tondo – ma solo se siamo bravi a traslarlo e attualizzarlo in un presente stupefatto, se non addirittura in un futuro (speriamo) prossimo. I suoni di oggi e di domani, l’atteggiamento di quando c’era ancora qualcosa in cui sperare. Perché se si stava meglio quando si stava peggio, allora – visti i tempi nostri – vuoi vedere che potrebbe anche non buttare poi così male?
Non è un esercizio semplice, mi rendo conto: serve uno sforzo di fantasia in cui mischiare musica e spazio/tempo e ci siamo sempre meno avvezzi. A sforzarsi con l’intelletto, intendo. Ma d’altra parte, con i Calibro 35 è stato così fin dall’inizio. Un supergruppo al contrario – nato (nemmeno troppo) per caso come divertissement all’insegna delle colonne sonore dei poliziotteschi di serie B – diventato tale (super, dico) a posteriori, mentre i singoli membri raggiungevano successi più o meno dignitosi con quelli che avrebbero dovuto essere progetti paralleli mai banali. Un’infinità di progetti paralleli. Così, per essere sicuri.
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Calibro 35: Psycheground
Gente con un talento fuori dall’ordinario, che continua ad avere il buon gusto di rimanere viva, vegeta e pimpante nella testa forse ancor più che nelle mani. E vi assicuro che questi con le mani ci sanno davvero fare.
Così, in un Paese di cervelli in fuga, eccoci di fronte alle menti migliori della nostra generazione che si prendono la briga di togliersi passamontagna e tute spaziali e – dopo aver riletto il passato con gli occhi di chi ha saputo capirlo – in un atto di generosità verso il futuro, donare tutto al presente.
Solo una domanda rimane in sospeso: cosa abbiamo fatto di così buono per meritarci tutto questo?