Il tour-van dei Melvins disperso nei Balcani. E un sacco di altre storie.
Ancora una volta un side-project di Mike Patton? Non è che la riesumazione dei Tētēma sia, in effetti, una news come un nuovo album dei Faith No More, per dirla tutta. O dei Mr. Bungle. O dei… Vabbè, l’elenco degli schiribizzi discografici del genio pattoniano è lungo.
Eppure Haunted on the Uptake è quel pezzo che funziona al primo ascolto e che – proprio in virtù della sua stravaganza, ormai marchio di fabbrica del caro Mike – risulta esattamente cosa ci si aspetta. Estro espressivo, svarioni vocali, pattern sghembi, sferzate di distorti ed effettistica. Eh, già. Proprio quello.
Il compagno di progetto, polistrumentista e compositore elettronico, Anthony Pateras ci mette certo del suo e così commenta il brano: «come se il tour-van dei Melvins si fosse rotto nei Balcani e, al posto che tornare a casa, loro avessero deciso di aprire un laboratorio in una montagna dedicato ai possibili ibridi tra Rembetika e l’hardcore». Bene. Molto bene. Le coordinate sembrano chiare. E promettenti.
Alla formazione si aggiunge il tocco superbo del batterista Will Guthrie e quello aggraziato della violinista Erkka Veltheim. Necroscape, il nuovo album in uscita il 3 aprile per Ipecac, è il secondo lavoro targato Tētēma, successore di Geocidal del 2014.