House un po’ meno acida, ovvero #LaDaDeeLaDeeDa 30 anni dopo.
La scena acid house dei primi ‘90 veniva vissuta all’epoca dai più come una continuazione della dance ballabile di bassa lega che aveva infestato gli anni ‘80. Nulla di più sbagliato: se è vero che (come in ogni sottogenere) la maggior parte delle uscite erano tutt’altro che indimenticabili e buone solo per allungare la broda nella discoteca di turno, si mimetizzavano nella massa delle gran belle canzoni. Non solo nell’underground (pensate alle prime, splendide edizioni della compilation Los Cuarenta),ma anche nel mainstream. Singoli meteora che per reali meriti artistici hanno resistito allo scorrere del tempo.
Gipsy Woman dei Crystal Waters (di per sé più vicini agli Art of Noise che ai primi Prodigy) faceva parte di questo gruppo di brani davvero belli, e la recente cover ad opera di Mija non fa che sottolinearne la validità.
La nuova versione va a svecchiare alcune peculiarità sonore ormai obsolete dell’originale, trasformandola in un beat elegantemente di classe, con cantato sensuale e raffinato circondato da suoni modernamente retrò. Il tutto inizialmente in maniera molto soft fino a sfociare in un groove mantrico che non snatura l’originale, anzi: rende il tutto appetibile e gustoso sia per le nuove generazioni, sia per chi quel pezzo lo ballava quasi trent’anni fa.
Non fosse una cover fatta da una semisconosciuta DJ in ascesa sarebbe un instant classic.