C’è modo e modo di cantare l’amore disperato.
Per chi li ha amati visceralmente, non è facile liberarsi dei Sonic Youth. Il loro scioglimento è stato come la fine di una lunghissima relazione: poco importa se ci sono stati episodi negativi o momenti da dimenticare, il tutto è stato vissuto emotivamente fino in fondo, e il vuoto creato dalla fine di quel qualcosa resta incolmabile. Passato il periodo di sgomento, la vita riprende il suo corso all’apparenza in modo normale finché non ci si ritrova a sorridere malinconicamente di qualcosa che fino a pochi anni prima sembrava insignificante e che ora riporta alla mente vezzi, caratteristiche o difetti di chi riempiva parte della nostra vita e ora non c’è più.
Karl Kuehn è noto ai frequentatori assidui dei social per essere diventato suo malgrado colui che ha inventato il format delle foto con animali domestici di specie diversa che mangiano insieme. Un’idiozia immane figlia del rimbambimento moderno che rischia in qualche modo di offuscare il talento del nostro.
Prendendosi una pausa dalla sua band (gli interessantissimi Museum Mouth), Karl registra un singolo per i fatti suoi: una splendida ballata per chitarre e drum machine delicata e dolcemente sbilenca, proprio come quelle che Thurston Moore infilava nei dischi della Gioventù Sonica molti anni fa. Il tema apparentemente banale del testo (uno cotto come una pera che attende invano un SMS dall’altra metà) viene qui descritto in maniera poetica e disarmante, riuscendo a coinvolgere grazie alla semplicità universale delle parole usate. Una romantica stretta allo stomaco che dipinge in maniera quasi leggera il dolore straziante dato dal pessimo eppur vitale vizio di innamorarsi giorno dopo giorno. Incredibilmente bella.