Il cantautore romano è appena sfornato, caldo e tenerello.
Galeffi sembra così gracile, pianista esangue che in punta di dita ricama le sue amorevoli proteste verso una realtà che consuma inesorabilmente ogni relazione. America, però, è una protesta merlettata contro l’ineluttabile destino di tutti a doversi un giorno disfare di un partner, delusi o stanchi, ma non dell’amore. Quello è eterno e rimarrà con noi.
Tra un Luigi Tenco in botta e un Cesare Cremonini austero, la timidezza di Galeffi è in apparenza fragile come la sua voce piccioncina e melliflua, ma è sostenuta da un ordito jazz da gran scuola e un ritornello pop che farebbe invidia allo Zampaglione meno sfavato.
Il video mette in scena lo squarcio di nuda poesia di un uomo che affida al canto e alle note di un piano la più stentata e onesta dichiarazione, pronunciata nell’indifferenza di una “picia fredda” che rientra in casa con i cacchi suoi nella testa, ma che alla fine si lascia catturare dalla musica e si trasforma in un’odalisca domestica. Lei conduce Galeffi in un abbraccio danzerino fino a un divano, una pizza e una TV accesa su qualche serie televisiva.
In attesa che l’amore riprenda il volo, continuiamo a consumare e consumarci, tesoro mio.