Bpm ai minimi storici, un tocco di neon, un sax da soft porn ed è subito notte dell’anima.
Torna il nome (mitico) dei Bohren & Der Club of Gore e si è subito immersi di nuovo in quella atmosfera noir surreale tipica di un certo cinema d’essai. Un po’ Lost Highway. Un po’ Abel Ferrara. Un po’ di neon. E molta. Moltissima notte.
Il trio dark-jazz (talvolta quartetto), nato dal doom di quel posto sperduto di Mülheim an der Ruhr e poi ritrovatosi nei territori dell’avant-jazz filoberlinese, presenta il nuovo materiale in uscita a fine gennaio. Patchouli Blue è il titolo dell’album e sicuramente manterrà fede a queste premesse che fanno dell’esistenzialismo late night la loro raison d’être.
La marcia lenta, opprimente e inesorabile dei B&DCOG suona vintage e suadente al pari di un grande film d’autore. Tief gesunken è una sorta di ennesimo inabissamento profondo (come suggerisce il titolo stesso) nelle tonalità notturne che faranno capolino anche nel prossimo blu patchouliano. Un buon augurio per il nuovo ventennio di questo giovane secolo.