Dissolversi nell’immensità. Può succedere, mentre si prova a raggiungere la purezza lirica.
A metà tra un Alan Sorrenti prog e un Nanni Moretti un po’ fog, Andrea Laszlo de Simone col suo nome unisce gli espatriati ungheresi e la buona borghesia romana, anche se lui è di Torino e di borghese può avere solo la concezione lineare e abbellente degli archi.
Il video sembra uno di quei tristi indipendentismi anni ‘90 che mandavano in visibilio le giurie dei festival gondolanti, anche se l’ispirazione è quella dello Zavattini più audace, per non dire il solito De Sica contumace.
Poesia minimal che porterà il vostro sguardo ad affrontare le nuvole severe in cielo e aprirci sotto un gran sorriso. Musica cauta e sensibile, per chi è stufo di far pasteggiare lo spirito con la lirica liofilizzata dei nuovi cantautori e cerca qualcosa che tenti perlomeno di andare verso la purezza.