Riflessione sulla magia da lontano, quella che se ti avvicini non c’è più.
Willie Peyote quando nessuno lo vede come sarà? E voi, quando non avete davanti la donna che volete conquistare? E lei quando smette di voler conquistare voi? Il pezzo di questo sdilinquito cantautore torinese giostra bene tra un Daniele Silvestri e il pop anni Ottanta inglese col berrettino, regalando alcune frasi da incidere sul cesso dell’ufficio o nella homepage del lunotto posteriore.
La riflessione si muove intorno al mistero amoroso, quella magia di chi si nota tra un milione di sfollati coronarici e intravede cose che poi, più si avvicina all’altro, meno riesce ancora a vedere. E tra motti al vetriolo di chi vuol recriminare spiegazioni e piccoli flash di brulle separazioni, il pezzo del Peyote stilla fino al fondo del nostro gargarozzo e ci lascia un retrogusto amarognolo, ma sopportabile al panino palato-linguale.
Sorridente la scelta visiva di trasformare il reportage del lavoro, e la gente che rende possibili brani pop così sfiziosi, in un video VHS dei claudicanti anni Novanta di MTV (con la prima lettera capovolta a fare la W). E con questo il quadro è completo. 30-40enni intrappolati in un crocicchio tecnologico si ruminano il cuore attorno agli stessi misteri che Dante preferì non indagare troppo.