New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

Richard Dawson: Jogging
A questo giro forse un’occhiata alle istruzioni era meglio se gliela davo

La barbarie della vita moderna, raccontata come se nulla fosse.

Non sempre è semplice fare i conti con Richard Dawson. È complicato metterlo alle strette appiccicandogli in fronte un’etichetta sensata, anche se alla fine dici folk e metti d’accordo tutti. Faticoso trovare anche solo lateralmente divertente quello che produce, eppure un sorriso storto ci scappa quasi sempre. Piuttosto, potrebbe essere la voce di quei monologhi interiori in cui non dovresti – per il tuo bene – mai imbarcarti, ma in cui poi ti crogioli ogni sera prima di andare a letto. A tratti, somiglia alla versione del suo omonimo Les fatta cantante sfigato e sovrappeso: arguto come pochi, ma sempre pronto a sottolineare il lato macabramente grottesco della questione.

La sua poetica attinge da quella sorgente inesauribile che è uno sguardo attento sulle cose di ogni giorno, per poi gettarle nel mare dei cosiddetti “temi universali”, dove quelle – ovviamente – non sanno nuotare. Musicalmente, ha una spiccata grandeur pop, ma messa in piedi con le viti e i chiodi del fai da te, sempre e rigorosamente senza guardare le istruzioni né cadere preda della paura impacciata di schiacciarsi un dito con il martello.

Prendete Jogging. La strofa disegnata su una cavalcata imparata a lezione dagli Iron Maiden e riproposta in uno scarabocchio che rappresenta Steve Harris sì al galoppo, ma di un carrello della Lidl. Il ritornello che va a pascolare nei campi dei refrain irresistibili a metà tra gioia e malinconia. Il testo che ricorda la logorrea di un Mark Kozelek che ha ancora voglia di cantare, snocciolato con l’intonazione di uno che a cantare non ha mai imparato. E poi lui, che corre a rotta di collo con la sua felpa gialla, perso nella bruma di un lungomare britannico come un Chris Martin qualsiasi nel video di Yellow.

Un genio? Probabilmente sì. Dipenda dal livello di coolness che vi piace associare al termine. Se amate i geni della porta accanto, con la barba di una settimana, le briciole di hamburger sulla camicia e il lavandino intasato da mesi, allora sarà amore a prima vista.

Richard Dawson 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 1 persone!