Farsi portare in un posto fantastico, ancora una volta. Accompagnati da un’orchestra, a questo giro.
«I never could dream while I was sleeping / Put your arms around my soul / And take it dancing». In molti si ricordano questo bel pezzo dei Marillion. I tempi erano quelli del maestoso Marbles (2004): piccole perle (biglie, per meglio dire) sulla perdita dell’infanzia. Decisamente un buon disco, pieno di belle canzoni e di una suadente e fascinosa atmosfera malinconica. Neverland, The Invisible Man, Angelina. Decisamente non da poco.
Nel repertorio reimmaginato di With Friends from the Orchestra – il nuovo lavoro dei Marillion in compagnia di una sezione d’archi e una di fiati, uscito lo scorso 29 novembre – questa semplice ballad riacquisisce un certo fascino pop-rock e riesce a togliersi la polvere (quindicennale) di dosso. Bene, decisamente bene per i cari e vecchi progster inglesi, un po’ lord e un po’ sempre ragazzini.
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Hogarth sembra sempre essere in forma ed è ormai appurato come i suoi Marillion siano una cosa differente da quelli che riempivano i palazzetti negli anni Ottanta (ebbene sì), ai tempi di Fish. La band resta sempre impeccabile e il quartetto d’archi, insieme ai due fiati (corno inglese e flauto), impreziosisce il tutto, riuscendo a far ritornare quella voglia di inabissarsi in un nuovo ascolto, da cui ricominciare per arrivare in chissà quale isola sperduta. In ogni caso, sempre in buona compagnia.
«Take me by the hand / You’ll either kill me or you’ll save me / Take me to the island / Show me what might be real life».