Un desiderio a caso: fare un disco solista, per la prima volt… ah no.
Chiariamolo subito. Nonostante qualche (dubbia) idea di marketing dica il contrario, Random Desire, in uscita il prossimo 21 febbraio, non è il debut di Greg Dulli in solitaria. Amber Headlights, precursore dello straordinario Blackberry Belle, a opera dei Twilight Singers, era infatti accreditato come vero e proprio solo album. Si parla 2001.
Scansati gli equivoci, però, possiamo tornare a gioire. Il buon vecchio Gregory è tornato sulle scene. Niente Afghan Whigs. Niente Twilight Singers. Niente Gutter Twins. Solo il suo losco e burbero physique du rôle, sopravvissuto a quel grunge oscuro, come l’amore (tanto ruvido quanto passionale e profondo) che permeava grandi album come Gentleman e Black Love.
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Pantomima è un singolo piuttosto consueto per il mastermind degli Afghan Whigs. Tre minuti e qualcosa di quel rock’n’roll sporco, tinto di un r’n’b fosco e nebbioso, che non lascia molto nell’aria se non un senso di bentornato, Greg. Per molti basta e avanza. Per altri: si resta ancora in attesa che questo disco valga il selling-point promozionale che gli è stato affibbiato.
Random Desire è stato registrato per la maggior parte nell’isolamento di Joshua Tree, nello studio di Christopher Thorn: «Un documento lucido e sicuro di sé sull’esperienza, sui pericoli della vita e sulle nuove possibilità che si presentano davanti a noi. Un’altra morte e rinascita di un fuorilegge che ha visto tutto e in qualche modo è sopravvissuto per raccontarlo». L’album è interamente suonato da Mr. Dulli con qualche contributo da parte di Jon Skibic (Afghan Whigs), Rick G. Nelson, Mathias Schneeberger (Twilight Singers), Dr. Stephen Patt e Jon Theodore (Queens of the Stone Age).