Tutto ciò che dovrebbe essere l’ambient.
Il concetto di musica ambient negli anni ha assunto connotati errati. Sempre più spesso lo si trova appioppato a cose legate alla musica da ascensore o a compilation quali Buddha Bar. Cose “carine”. “Facili”. “Da sottofondo”. Che poco o nulla hanno a che spartire con il genere originario. Per fortuna poi alcune volte escono lavori come questo che rimettono in chiaro le cose.
Il sodalizio artistico tra Roberto Galati e Federico Mosconi ha già regalato alla scena un disco zeppo di piccoli gioielli, e approda ora al secondo album, dove se possibile la contrapposizione attitudinale dei due collima in maniera ancora più efficace. La glacialità del primo e il calore del secondo si complementano, andando a creare strati di tessiture sonore in continuo contrasto tra loro, con guizzi e sfumature incredibili che mai scadono nel “tiepido”.
Ne è un fulgido esempio questa terza traccia, Dissolve III, dove i due veterani (50 anni in due di presenza nell’underground) lavorano sui pezzi aggiungendo uno strato per uno, dilatando e manipolando i suoni fino a rendere irriconoscibili gli strumenti utilizzati. Il tutto al servizio del brano in sé, che diventa una chiave di accesso per un’introspezione che invece di implodere lascia deflagrare cellule emotive nello spazio più profondo dell’inconscio.
Se è vero che la quantità non fa la qualità, lavori come questo saranno la gioia dei pochi ma buoni estimatori di certe sonorità.