Da punk rocker a cantante folk, il passo è breve. Se poi aggiungiamo rimandi a Bryan Adams, il gioco è fatto.
Esistono almeno tre Brian Fallon.
Il primo è quello più conosciuto. Quello giovane, con i tatuaggi, che canta di vecchie auto e di amori infranti su ritmi punk-rock. L’avrete capito, è il Brian dei Gaslight Anthem.
Il secondo è invece quello del suo progetto parallelo, gli Horrible Crowes. Qui il nostro si fa più cupo e disperato e paga tributo a quell’amore nero sdoganato ormai tanti anni fa da Greg Dulli con i suoi Afghan Whigs.
Poi c’è il terzo, quello che narra di amori disperati (e chi l’avrebbe detto!) facendosi accompagnare da una chitarra acustica e poco altro. Quello dei suoi primi due dischi solisti, Painkillers del 2016 e Sleepwalkers di due anni dopo. Lavori monotoni e privi di mordente – provate ad ascoltarli dall’inizio alla fine senza sbadigliare nemmeno una volta, sono sicuro che non ce la farete.
Da qualche giorno c’è pure la quarta incarnazione di Brian Fallon, ovvero quello del cantante che, grazie a un nuovo gruppo alle sue spalle (gli Howling Weather che lo accompagneranno nell’imminente tour mondiale), ritrova lo smalto perso per strada, tra divorzi e litigi sul palco con parte del proprio pubblico. Il primo singolo del suo nuovo disco – Local Honey, fuori il 27 marzo – s’intitola You Have Stolen My Heart (parla di cuori spezzati, cosa pensavate?) e riesce a convincere pienamente. Una canzone evocativa, struggente, che ben si accosta alle ballate più riuscite e sentite scritte ai tempi dei Gaslight (siamo dalle parti di She Loves You e National Anthem, per intenderci).
Un gradito ritorno perchè, negli ultimi tempi, Brian Fallon c’era mancato proprio tanto.