Sacralità immortale: l’apice della musica classica e contemporanea insieme.
Che meraviglia il nuovo album di questi tre personaggioni della musica sacra! La dea australiana dei Dead Can Dance fa da portavoce per le composizioni del Maestro polacco Zbigniew Preisner (noto soprattutto per la collaborazione con il conterraneao regista Krzysztof Kieślowski, a cui ha dedicato la mirabile meditazione in musica che è il Requiem for My Friend e l’esecuzione pianistica dell’altrettanto grande Dominik Wania.
Melodies of My Youth – quasi una continuazione di quel Diaries of Hope del 2013 – è quell’album di cui non si è parlato. Un disco che è rimasto e rimarrà per sempre nascosto nelle collezioni (o negli hard disk, diciamolo pure) di qualche appassionato musicofilo. Le memorie d’infanzia, nella composizione di Preisner, prendono quella luce dolce e nostalgica che passa attraverso la Cortina di ferro e arriva nei rintocchi del piano di Wania e nella voce angelica della Gerrard, che imperterrita e perfetta riesce a integrarsi con questa idioglossia (ancora non ben identificata nello specifico – almeno da noi umanoidi – ma che continuiamo a chiamare la “voce del cuore”, come ci dice l’artista).
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Qui – nella penultima traccia, Nightmare – che abbiamo scelto come portavoce del discorso più generale su questo piccolo gioiello di musica contemporanea, appare chiaro come il talento di una voce possa presentare una composizione di stampo est-europeo in tutta la sua grazia antologica e debussyana. Secolare. Se di musica classica si può parlare, qui, è quel classico nella sua accezione più sacra e immortale.