Una luce in mezzo alla logorrea del Kozelek odierno.
Fresco di uscita lo scorso 11 ottobre, Joey Always Smiled è un album con cui il primo approccio è risultato subito ostico. Complice, forse, quello che alcuni considerano un momento un po’ troppo prolifico per il cantautore dell’Ohio, ex leader dei grandi Red House Painters.
Solo nel 2017 erano infatti uscite le collaborazioni targate Jesu con Justin Broadrick dei Godflesh, con Sean Yeaton dei Parquet Courts e quella con Ben Boye e Jim White, il cui secondo capitolo vedrà la luce nel 2020. L’anno scorso poi era toccato a un altro disco solista e un nuovo dei Sun Kil Moon. E anche quest’anno il materiale straborda. Forse un po’ troppo: che dici, Mark?
Magari con l’altrettanto ispirata Petra Haden, violinista e cantante newyorkese già con That Dog, Tito & Tarantula e The Decemberists, ma soprattutto figlia del grande Charlie Haden (e ci fermiamo qui con un curriculum che farebbe gola a chiunque), Kozelek pensava di offrire un nuovo peculiare territorio esplorativo. Un po’ sì e un po’ no, diciamoci la verità.
Oltre a sei canzoni in pieno stile kozelekiano (non tutte riuscitissime, a essere sinceri), troviamo – posta in conclusione del disco – una meravigliosa interpretazione di The Power of Love di Huey Lewis and the News, che qualcuno si ricorderà in Ritorno al Futuro.
In realtà il brano era già stato pubblicato qualche mese fa, ma crediamo che una reinterpretazione del genere possa far ritrovare gusto in quello che talvolta è uno sbrodolio incontrollato di storie americane e accordi – entrambi un po’ troppo autoriflessivi – a cui ci sta abituando il caro e vecchio Mark.