Il racconto della vuota esperienza di ascolto odierna, mascherato da omaggio ai Kraftwerk.
Giovanni Succi dei Bachi da Pietra ci offre un assaggio del suo album solista Carne cruda a colazione, uscita che è un’ancora di senso in questo naufragante 2019, sempre più preda dello sterilizzante 5G e delle follie ecol-ittiche di Trump e Bolsonaro.
Algoritmo mette in musica il frammentario monologo elogiativo di un fan, probabilmente preso dal vero e trasformato in colonna sonora del vuoto divorante di un pubblico ormai sempre più inobesito dall’offerta streaming e di artisti soli con se stessi, inascoltati e irraggiunti.
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Citando i Kraftwerk – profetici, sia in immagini che in musica – Giovanni Succi racconta l’involuzione codificata che domina ormai ogni forma d’espressione, ovvero una serie di neoaristoteliche direttive estetiche volte a soddisfare macchine e non uomini. Uomini, dal canto loro, sempre più sprofondati in un’orgia fruitiva di playlist dispersive e onnicomprensive che li rendono incapaci di andare in fondo a un ascolto o a una frase.