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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Cate Le Bon: Company In My Back
Ma Wilco-sa mi sono messa in testa di reinterpretare?

Cover originali: suona come un ossimoro, e invece.

Chiamatela congiunzione astrale, chiamatela sovraesposizione mediatica a orologeria, chiamatela campagna di marketing a tappeto. Non fa differenza. La cosa certa è che – e mai ci stancheremo di ringraziare il cielo – in questo periodo Jeff Tweedy & Co. sono sempre tra i maroni.

Non solo due album solisti nel giro di sei mesi e poi quello (appena uscito) con la band al completo, ma anche un tributo a Yankee Hotel Foxtrot e adesso Wilco-vered, una selezione di cover che vede tra gli interpreti gente del calibro di Sharon Van Etten, Low, Kurt Vile e Parquet Courts – per citarne un paio a caso – e compare come esclusivo allegato al numero di novembre di Uncut Magazine. Così, giusto per riprendere quella buona, vecchia abitudine (scomparsa ancor prima dell’estinzione delle riviste di carta) dei CD in regalo con i giornali.

Cate Le Bon – anche lei di nuovo in pista quest’anno con il suo nuovo lavoro – visto che aveva già il microfono in mano, si prende Company in My Back e la ribalta in una versione caratterizzata da colpetti di dissonanza pop che adagiano la traccia di A Ghost Is Born perfettamente sulle sue corde.

In tempi come questi – in cui non ci sono più non solo le mezze stagioni ma nemmeno mezze misure che stiano a metà tra un analfabetismo acritico e credulone e una diffidenza preventiva verso qualunque notizia o novità – non fa sicuramente male sottolineare un fatto non proprio scontato. Ovvero che il valore di un’uscita del genere va ben oltre la pescata a strascico nel laghetto delle cover già sentite per portare a casa un piatto fritto e rifritto, buono giusto per sbarcare la cena. Eccetto uno infatti, tutti i pezzi presenti in questa compilation sono assolutamente inediti e registrati espressamente per l’occasione.

Certo non il solo, ma sicuramente un buon motivo per approfittare – in mezzo a tutti i tutorial che ultimamente ci insegnano come cucinare con gli avanzi – di un menu così gourmet, senza rimorsi a tema dieta.

Cate Le Bon 

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