Istruzioni per fare musica sedativa senza rischiare di addormentare la gente.
Scott Hansen è un surfista che non ce l’ha fatta.
Nell’impossibilità di sfruttare, per finanziare il suo hobby, l’idea – ormai fin troppo abusata – di rapinare banche armato di maschere con le fattezze dei presidenti americani, è stato costretto a riciclarsi minimal designer di giorno e talentuoso producer di notte. Nemmeno una brutta trovata, a dirla tutta, visto che, se non altro, risparmi. Nel senso che le copertine degli album puoi disegnartele da solo.
In ogni caso, in entrambe queste sue incarnazioni, non ha mai mancato di ribadire la sua ossessione per una certa estetica nord-californiana abbagliata dal sole degli anni ‘80. Da un lato soluzione grafiche squisitamente geometriche immerse dentro gradienti dai colori caldissimi. Dall’altro un’elettronica strumentale, facile ma gustosa, da godersi sulla spiaggia, al tramonto, sorseggiando un aperitivo post-pop, alcolico ma senza esagerare.
Dopo quattro dischi su questa falsariga, la domanda, nella testa dei fan, è sorta spontanea: come suonerebbero questi pezzi se qualcuno ci cantasse sopra? Da buon fanatico di big data attento ai sondaggi, Tycho ha pensato bene di soddisfare la FAQ a stretto giro di posta. Il nuovo Weather sfoggia infatti – come guest appearance ben poco “guest”, visto che compare in 5 tracce su 8 – la bella voce di Hannah Cottrell (aka Saint Sinner) e ci regala subito la risposta: come una Banks un po’ stanchina che ha ingoiato una caramella aromatizzata agli XX.
Che, tradotto, significa: niente male, alla fine della fiera. Non fosse per il pericolo – assolutamente verosimile e che un pezzo come Pink & Blue, suo malgrado, incoraggia – che qualcuno lo riduca, prima o poi, a un remix troppo sbiadito per stare stare su un dancefloor, ma assolutamente perfetto per fare la sua porca figura dentro un camerino di Bershka.
Anzi no, come non detto. È già successo.