Nemmeno l’età riesce a fermare uno degli artisti più prolifici del mondo del rock.
Cosa gli vuoi dire a uno che a settantatré anni continua a suonare con lo spirito che non hanno mai avuto nemmeno i più giovani?
Uno degli ultimi rocker con la R maiuscola torna (per l’ennesima volta) con un nuovo lavoro, nonostante si sia perso ormai il conto dei dischi che ha pubblicato nel corso della sua carriera, iniziata ormai più di cinquant’anni fa.
Neil Young per l’occasione ha rimesso in piedi la sua band storica (con il ritorno di Nils Lofgren della E Street Band di Bruce Springsteen) ed è andato a Telluride, in Colorado (ecco spiegato il titolo del nuovo album, in uscita il 25 ottobre). Proprio tra quelle alte montagne (a più di duemila metri) ha inciso, in dieci giorni, il primo disco con i Crazy Horse dai tempi di quel capolavoro di Psychedelic Pill, pubblicato sette anni fa (un’era geologica, nel rock).
Milky Way, il primo singolo estratto, si discosta dai suoni psichedelici del precedente lavoro e presenta atmosfere che ricordano da vicino quelle di Ragged Glory, che nel 2020 compirà trent’anni tondi tondi. Il suono è secco, diretto, abrasivo. In certi momenti sembra quasi che Young e i suoi fedeli compari abbiano acceso gli amplificatori direttamente nella stanza a fianco alla quale ti trovi.
Ce ne sono sempre stati pochi come lui, ne rimangono ancora meno, ora. Lunga vita a Neil, lunga vita ai Crazy Horse.