Il talento vero non ha bisogno di guardare all’erba del vicino.
Avere vent’anni e la voce di Elena Tonra è meno semplice di quel che si potrebbe pensare a una prima analisi superficiale. Nel senso, finchè parli non ci sono particolari problemi, soprattutto alla luce del fatto che parli in italiano. Se però di mestiere vuoi fare la musicista e per di più canti (in inglese) allora le cose si fanno più complicate.
Se a questo ci aggiungi che – a nemmeno vent’anni – hai anche il gusto per gli intrecci tra linee di chitarra e loop elettronici di Romy Madley Croft e James Thomas Smith e un’urgenza di sperimentazione che a tratti ricorda quella degli Alt-J quando avevano poco più di vent’anni, allora preparati: inizieranno a dire che sei cresciuta a pane e Daughter, che queste cose le avevano già fatte gli XX, che hai ascoltato troppo James Blake.
Alice Bisi (nemmeno vent’anni, la voce di Elena Tonra, la capacità compositiva degli XX e tutta l’urgenza espressiva della sua età) queste cose le avrà sentite e risentite fino alla nausea, soprattutto dopo aver debuttato con un piccolo grande capolavoro che con gli ingombranti nomi di cui sopra se la giocava ad armi pari e senza il minimo timore reverenziale. Eppure non si scompone e prosegue per la sua strada forte dell’unica cosa che conta: il suo immenso talento.
Talento che sa essere – come dimostra questo nuovo singolo, che starebbe bene in mano agli Any Other – malinconico e giocoso allo stesso tempo, mischiare sapientemente pop, folk, soft jazz e indietronica, e fare ancora un altro passo oltre una maturità già pienamente acquisita.
Perché uscire dalla tua comfort zone per raccontare l’immaginario rassicurante della routine quotidiana significa essere a proprio agio con l’arte del paradosso. E anche venire a patti con il fatto che «le persone sono solo persone / non sanno cosa stanno cercando» può sembrare scontato, ma succede solo quando sei diventata adulta sul serio.