Bea per gli amici su Facebook.
Con un nome del genere ti rendi le cose difficili. O forse facilissime, se musicalmente e sul piano estetico sei un bonsai di zucchero filato pucciosissimo. Allora quel Bidibibodibibù diventa il buffo nickname di una creatura rosa che zampetta ai margini del bosco di peluche della nostra infanzia e ci si staglia in testa, come nella mente vergine e avida dei bimbi che eravamo.
Beabadoobee è l’ideale per una società persa nei social a taggare gattini tutto il giorno. I suoi video hanno, sull’aggressività collettiva, lo stesso effetto deterrente di certi sistemi adottati dalle scimmie del Borneo per stemperare le tensioni interne. Per esempio, She Plays Bass, con il suo clip così minimal, sembra aver sintetizzato gli Smashing Pumpkins in una versione kawaii.
E come per il suo singolo d’esordio Coffee, anche in questo caso la singerina riesce a sbranare, grazie a liriche essenziali e a uno sciroppetto pop, il pulsante delle condivisioni. Impossibile non ritrovare, qui, il sapore indie anni Novanta. Anche se a dire il vero, nonostante il target rivolto alle teenager, l’obiettivo vero del prodotto è l’indomito cuore delle loro madri. Quelle che al tempo delle mele picchiavano la testa contro il cuscino al ritmo di un concetto simile ma ben più sfrontato e genuino.