Tra una grigliata e l’altra, a voi l’abbacchi(o)amento che stavate bramando, sotto sotto.
Il singolo che vi farà riprendere dall’euforia del ponte lungo è sceso tra di noi e si è fatto paranoia per salvarci dal peccato della gioia (ex aequo con: chiavi della macchina nel tombino, birra analcolica quando pensavi d’aver comprato quella normale , pocket coffee versione estiva con la cannuccia).
Tolta la mia avversione per il catto-indie e derivati, con parabole sottintese e velati predicozzi da domenica santissima, questa canzone potrebbe funzionare solo se la cantasse Francesco De Gregori – così, per alzare i toni.
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Per il resto va bene: è un pezzo molto lucido che critica il mondo di oggi, dove persino Gesù Cristo si schiferebbe e se ne tornerebbe in croce a vedere quanto siamo poco fraterni e accoglienti; son d’accordo, si tratta di un video ricchissimo di iconografia e rimandi extratestuali (tipo Rossella Brescia); e ci sta pure che Capossela non possa far sempre e solo le tarantelle.
Ma mi auguro fortissimamente forte che Ballate per Uomini e Bestie, in uscita il 7 maggio, ci regali un po’ più di “cazzimma” che piagnistei e lamenti. Non tanto per l’intrattenimento, ma per smuovere le coscienze: perché per certe faccende, forse, non bastano malmostosità e melodie minimaliste come la veste del Nazzareno.
Per dirla con una parabola: per resuscitare la Rivoluzione e smuovere la pietra davanti al Santo Sepolcro delle nostre Responsabilità… due canti delle pie donne possono alleviare la fatica, ma alla fine l’unica cosa che funzioni davvero bene è il tritolo.