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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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The Faint: Child Asleep
Ero pronto per una parte da protagonista in 'Westworld', invece mi hanno messo a cantare

Elettronica di razza spuria. Bionda sì, ma poco ariana. Col pedigree sporco, ma macchiato bene.

I Faint, prima di diventare i Faint, volevano solo scorrazzare sullo skate per le strade di Omaha, Nebraska. E invece è andata che il tutto si è infranto contro un brutto infortunio al ginocchio di Todd Fink, che ha costretto tutta la banda a virare su un imprevisto piano B chiamato “musica”.

Messa così, la storia non suona tanto poetica, eppure – dopo trent’anni di carriera – hanno vinto almeno gli eretici che si lamentavano della mancanza di una certa attitudine punk sui dancefloor di mezzo mondo e che, alla fine, si sono goduti un bel periodo di electro’n’roll suonato come si deve.

Hanno guardato i quattro scapestrati passare più volte, ma sempre con sadico rispetto, sui cadaveri ancora ipotetici di Gary Numan e Dave Vanian (The Damned) e li hanno aizzati a fare peggio quando quelli hanno deciso di portare il giramento di coglioni in mezzo ai synth, ben prima che i Prodigy ne facessero carne da MTV.

Quindi, cos’è che è girato storto? Quando è successo che abbiamo perso il gusto di mischiare le nostre influenze senza un criterio ben preciso? Chi è che ha stabilito che era finita l’era della musica bastarda nel mainstream?

Perché il fatto è che i locali, una roba del genere, ormai non perdono più tempo nemmeno a ghettizzarla dentro la triste serata a tema del martedì sera. E così anche i Nostri hanno iniziato a nascondere le chitarre dietro produzioni impeccabili come questa. Poco male: dopotutto non sono molti, oggi, a saper ancora far sgroppare una 808 su una giostra dal groove così “rock”.

Ma allora perché una specie di sana nostalgia sguaiata e rancorosa ci sta salendo su come un groppo in gola?

The Faint 

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