Blues 2.0., sempre in bilico tra Stooges e Sonics ma con qualche capello bianco in più.
A distanza di cinque anni dall’ultima volta che ne avevamo sentito parlare, la macchina Black Keys si è rimessa, improvvisamente, in funzione.
Non sperate in grandi evoluzioni, però. Il gruppo dell’Ohio non ha mai variato più di tanto il proprio suono. O meglio, ha anche cercato di espandere i propri orizzonti: a volte riuscendoci, a volte meno. Vedi El Camino del 2011, disco finito ben presto in cima alle classifiche di tutto il mondo. Ci hanno riprovato con Turn Blue del 2014, tramite sonorità psichedeliche e un tantino pallose, non arrivando al pubblico generalista con la stessa “efficienza”.
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Archiviati progetti paralleli e strambe collaborazioni, Dan Auerbach e Patrick Carney tornano al succo della questione con Lo/Hi. La canzone, probabile ma non ancora confermato primo singolo del prossimo disco in studio, si muove tra sciabolate alla Keith Richards e un suono che deve tanto agli Stooges meno arrabbiati quanto ai Sonics meno spigolosi.
Un azzeccato blues 2.0, si potrebbe dire.
A quasi vent’anni dalla formazione, i Black Keys continuano a convincere, sebbene il profilo grezzo di lavori come Rubber Factory e Attack & Release appaia ormai come un gran bel ricordo dei loro fan più accaniti.