Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.
Pubblicare un disco come Playlist, che si posiziona in vetta alle classifiche di vendita per tre mesi, nonché effettuare tour di gran successo nei palazzetti di tutta Italia, porta a un musicista la moneta più preziosa: la libertà artistica.
Libertà – anche “economica” – di girare un breve film, con scenari apocalittici, location diverse, trucco, combattimenti e sangue. Finalmente Salmo può dar vita a tutto ciò che, fino a oggi, ci aveva solo descritto a parole e parzialmente mostrato (dopotutto, i video di Space Invaders, Don Medellin o S.A.L.M.O. erano già delle chicche d’avanguardia hip hop tricolore, ben lontani da quelli “street” realizzati con due soldi).
Il filmato parte citando visualmente Fight Club, mentre nel testo si richiamano, tra gli altri, Stephen King, Christopher Nolan e Fabrizio De André, allineandosi poi con i tempi moderni grazie alla frase «Se cerchi risposte in questione c’è il link sulla bio» – il “consiglio” più gettonato nell’era di Instagram.
Il testo è il più crudo e personale di sempre, in cui Salmo racconta di come nemmeno il successo e i soldi possano evitare di cadere nel baratro della depressione, se ci si sporge troppo.
Maurizio Pisciottu sembra aver esorcizzato il tutto con questa canzone. Noi possiamo evitare che “la gente come lui muoia da sola”, accorrendo ai concerti e facendo sentire la nostra voce. Meglio ancora, forse, dovremmo provare a notare se, fra le nostre conoscenze, c’è qualcuno che sembri sentirsi sempre solo, isolato in mezzo agli altri. Insomma: se il testo di Lunedì ci colpisce, guardiamoci intorno.