Dopo 7 anni d’assenza, ecco un nuovo album. La calma dei giusti.
I decenni passano, gli streaming incalzano, il rock muore e resuscita a seconda delle fasi lunari, ma per qualcuno tutto questo non è nient’altro che uno sfondo su cui proiettare, sempre e ostinatamente, se stessi.
Per i Redd Kross, band losangelina di culto, il r’n’r è solo un’eterna forza motrice fatta di riff essenziali ma ruggenti, accordi dosati col contagocce e “hook” che ti fanno secco. Una miscela che ha un solo scopo: «Having the best fucking time we can have while we’re all still here».
Sono le parole di Steve McDonald, leader e co-fondatore (insieme al fratello Jeff) della band – che sarebbe il caso di definire, anche azzardando un’insolita classificazione, “pop hardcore”.
Il solo fatto di aver condiviso i palchi con tutta la scena HC californiana, tra gli anni ‘80 e ‘90, rende pertinente questa definizione. Con la differenza che i Redd Kross dovrebbero aver avuto almeno una decina di hit, in un mondo giusto e attento.
La formazione ha avuto vari rimescolamenti nel corso dei decenni, specie nel parco-batteristi (che comprese per un breve periodo anche Jack Irons, nella fase di passaggio tra i Red Hot Chili Peppers e i Pearl Jam).
Il loro attuale batterista è nientemeno che Dale Crover, mutuato dai Melvins. Due anni fa, i Redd Kross aprivano proprio per loro in Europa, e Crover faceva il doppio turno.
Il nuovo album, Beyond the Door, esce ad agosto su Merge Records, a ben sette anni di distanza dal precedente.
Give yourself some best fucking time.