Addio, David Berman. Ti ricordiamo nel modo migliore, parlando di musica.
N.B. Il pezzo è stato scritto due settimane prima della scomparsa di Berman. Lo abbiamo lasciato così per non ricadere nella mera, seppur dovuta, celebrazione postuma.
«Una canzone esistenziale sulla delusione cosmologica». Da un poeta, disegnatore e cantautore come David Berman non ci si poteva certo aspettare una descrizione meno puntuale. A undici anni dall’ultimo lavoro coi Silver Jews ecco rispuntare fuori un nuovo progetto: i Purple Mountains.
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Lo spettro del padre Richard e del suo contributo alle lobby delle armi da fuoco, del tabacco e di altre amenità del caso non ha ancora smesso di contaminare la visione del mondo del leader dei Silver Jews. «Il Purgatorio nasce con il capitalismo e permette alle persone la libertà religiosa in una certa misura perché non sono pienamente trattenuti dagli strozzini o dalle banche». Il centro commerciale come purgatorio, dunque. E i margaritas sono un po’ l’acqua dell’Eunoè. O del Lete.
Poco male se una canzone come questa Margaritas at the Mall riesce nel suo intento: un perfetto pezzo indie-pop del momento. Di quello giusto, sia ben inteso. Ben scritto e ben concepito. «Magenta, orange, acid green / Peacock blue and mercury / Drinkin’ margaritas at the mall». Colori, suoni e parole: dai Semiti d’argento alle montagne di porpora il percorso sembra perfettamente sulla retta via.
Ci sono voluti più di dieci anni per vederlo tornare all’opera, ma ne è decisamente valsa la pena. Possiamo dirlo.