Disclaimer: il brano proposto può causare reazioni allergiche alla pronuncia delle “e” aperte.
Era dai tempi degli elefanti portati nella suburbia milanese da Marracash che non provavo un brivido simile, sentendo una canzone sguaiata.
La Sacerdotessa rionale di NoLo regala un video e una canzone che accompagnano nel viale dei ricordi: profumi di kebabbaro e Bigas Luna, citando Valeria Marini abbarbicata sulla mortadella, come alla fine del secolo scorso, accoccolate ad ascoltare il fax mentre avide ci scambiavamo i Paciocchini.
↦ Leggi anche:
M¥SS KETA : Una Donna che Conta
M¥SS KETA istrionica, cantante, scrittrice; M¥SS KETA misteriosa eppure riconoscibilissima: non l’avete ancora capito?
M¥SS KETA è Moana Pozzi, scongelata e aggiornata, è la casalinga di Voghera, la quarant’enne insoddisfatta, la nave scuola per grandi e piccini, l’unica in grado di tradurre il linguaggio della mia generazione ai ragazzini e viceversa, in un’ideale cabina telefonica della SIP dove noi entriamo con la “para” di dover chiamare MondialCasa e dire di non aspettarci, mentre i ventenni ci giudicano appiccicando gomme da masticare dentro le Pagine Gialle – categoria professionale: “pusher”.
La nostra Madre Badessa dell’Ordine delle Serve di Beata Veronica Lario ci apparecchia uno spuntino veloce ma genuino: un pizzico di Stromae prima versione, cavalcando l’onda di un arabeggiante Guè Pequeno salito sul carro dei vincitori insieme a Mahmood già da molto prima di Sanremo.
Motel Forlanini e Simone Rovellini firmano un video stranamente più essenziale, con rimandi ai krampus austriaci, al diavolo, all’Emilia Romagna e ai baffi delle tedesche con quella mascherina che, per la prima volta, rivela più del previsto, dando alla nostra Stella della Darsena un indecifrabile look alla Cecco Beppe.
Fiabeska, birbanteska, zingareska, fanciulleska, giganteska: pazzeska.