Lo ascolti e suona boogie-woogie, lo leggi e pare un gospel, lo guardi tutto diventa un cameo situazionista: Padre Nostro, cosa vuoi di più?
Viviamo in dei tempi senza Dio, eppure tirare in ballo Nostro Signore ogni due per tre va sempre più di moda. Imprecazione sfuggite, bestemmie convinte, invocazioni speranzose, semplici intercalare o stupidi meme: una qualche forma di Padreterno finisce sempre per accompagnare i nostri pensieri, siano essi sfoghi rabbiosi contro una sorte poco collaborativa o ingenui tentativi di farsi una risata alle spalle delle assurdità della vita.
Kevin Morby ha preso la cosa sul serio e ci ha composto attorno un intero disco, la sua titletrack e pure questa sua versione di r’n’r. Versione non particolarmente originale, visto che fa affidamento quasi per intero su riff vecchio come l’Antico Testamento. Ma, si sa: la liturgia classica ha i suoi rituali e, dopotutto, questo è il giro di accordi che, a forza di battere il chiodo con la sua semplicità, ha reso il rock uno degli affari più grossi della musica moderna.
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Il video è diretto da Christopher Good, talento che Cristo ce l’ha nel nome, mentre col cognome ci mette tutta la bontà necessaria ad amare la sua prossima idea visionaria come se stesso. Il regista perfetto per smascherare il lato surreale di ogni preghiera, insomma. Qui, infatti, si passa da citazioni dylaniane aggiornate all’epoca delle emoticon a parodie di Fahrenheit 451 (dove, invece che bruciare i libri, si fa un bel frullato di vinili), fino alla sorpresa conclusiva: un’inaspettata apertura mistica che ci inonda di nuova luce e cori angelici.
Lo so: spoilerare il finale è peccato mortale, quindi chiedo umilmente perdono. Ma anche su questo ci sarebbe da discutere. Nel senso, il Dio più affidabile dovrebbe essere quello che non ci racconta balle su cosa ci aspetta nell’aldilà, no?