New Music

Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

Tracce

... Tutte le tracce che abbiamo recensito dal 2016 ad oggi. Buon ascolto.

Storie

A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

Autori

Chi siamo

Cerca...

John Paul White: The Good Old Days
Bruciare ciò che resta dei vecchi tempi

John Paul White
The Good Old Days

Il meglio deve ancora venire – anzi, no.

Una ballata sui bei vecchi giorni andati? Ecco a voi, ma non c’è niente di dolce o consolante.

Seguire il 4/4 ispido e impetuoso di John Paul White, con un violino che svolazza lagnoso, tipo moscone, sembra ricondurci al passato folk del duo The Civil Wars (di cui il musicista americano è stato parte, appunto). Ma questo brano è una pistola puntata su una tomba, pronta a sparare e rimandar giù qualsiasi cosa che tenti di venir fuori.

The Good Old Days è un inchino al tempo che fu, ma con un “no, grazie” pronunciato a denti stretti da White – che preferisce bruciare i ricordi fasulli di un passato esistito solo nel cuore bugiardo e pigro di chi non vuol sforzarsi di credere che il meglio sia lì davanti, e che bisogna andarselo a pigliare.

Il bello, però, resta proprio questa angoscia di fondo, in un pezzo che vorrebbe ribellarsi alla corrosiva nostalgia che tutto inzacchera, ma che al contempo non si libera dall’amarezza di chi tira innanzi con un grumo duro di rimpianti (al fondo di una gola riarsa dal canto).

John Paul White 

Vuoi continuare a leggere? Iscriviti, è gratis!

Vogliamo costruire una comunità di lettori appassionati di musica, e l’email è un buon mezzo per tenerci in contatto. Non ti preoccupare: non ne abuseremo nè la cederemo a terzi.

Nelle ultime 24 ore si sono iscritte 2 persone!