Se avete voglia di scappare e non tornare mai più, assicuratevi almeno di avere loro nel vostro lettore MP3.
La bio del gruppo spiega perfettamente sia il genere musicale, sia la genesi di questo lavoro – sottolineando, se ancora ce ne fosse bisogno, quando gli Hate Moss abbiano deciso che farsi rinchiudere in una descrizione convenzionale non faceva proprio per loro.
La prima uscita di questo giovane progetto risale al 2018, ma le loro sonorità mi fanno pensare a un curioso parallelismo: sono un duo (Tina e Ian), hanno influenze italiane e brasiliane, non solo nei testi, ma soprattutto nella musica e nei ritmi e, per la realizzazione di questo disco, si son fatti aiutare da più mani di amici artisti sparsi in tutto il mondo, proprio per evitare facili etichette.
Praticamente sono il Manuel Agnelli e il Rodrigo D’Erasmo del post-punk, emigrati a Londra e mai più tornati.
In compenso, con i sopracitati, hanno poco a che fare in termini musicali: la loro melodia è caotica, un muro costante, e i testi distorti di questo pezzo fan venire il mal di testa; al contempo, sarebbero la perfetta colonna sonora per un qualsiasi viaggio lontano dalla vostra vita quotidiana.
Il loro primo album, Live Twothousandhatein, è in uscita questo mese; dopodiché, saranno in tour tra l’Europa, il Regno Unito e il Sudamerica.
(poi non dite che non vi abbiamo avvisati per tempo)