Il post-metal che rischia di diventare “classic”.
Il fenomeno del post-metal, ormai canonizzato da formazioni ventennali (se non di più), è divenuto negli ultimi anni un calderone in cui immergersi quasi necessariamente per non suonare, o sembrare, “vecchi”. E questa etichetta, avendo perso molte delle sue connotazioni specifiche, è ormai divenuta una sorta di semplicistica antitesi dell’heavy metal classico (nella sua accezione più ampia).
Tra le entità che hanno raggiunto “l’autonomia post-metallara” rientrano a pieno titolo i Cult of Luna, formatisi ad Umeå nel 1999 e giunti qui alla presentazione di nuovo materiale originale, dopo gli ultimi Vertikal e Vertikal II del 2013 (Mariner, 2016, era in effetti una collaborazione con Julie Christmas).
Ancora non si sa molto del nuovo lavoro, ma questa canzone sembra avere già tutte le risposte.
Non si sfugge a quel canonico diktat fatto di progressioni distorte e altalene espressive costruite su synth e arpeggi, sfocianti in diluvi di feedback, distorsioni e viscerali vocalizzi “growl”…
Nulla di nuovo sul fronte occidentale, dunque (ma nessuno se ne lamenterà eccessivamente).