Falsetto, vocoder, strumenti strambi: la poetica di uno dei cantautori più celebrati di questi anni è tutta qui. E va bene così.
Benché i Grammy Award vinti possano suggerire il contrario, Justin Vernon – l’artista dietro il progetto Bon Iver – è tanto amato quanto odiato.
Dalla sua parte c’è una lunga lista di musicisti che hanno voluto a tutti i costi collaborare con lui. I nomi sono grossi: si parte dal chitarrista dei National (ottimo il progetto Big Red Machine, tra l’altro) fino ad arrivare a Eminem e a Kanye West.
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Dall’altra ci sono i detrattori, quelli che non hanno mai digerito le sue eteree ballate cantate in falsetto, con tanto di vocoder e un sacco di strumenti che non si sentono così spesso nelle canzoni che scalano le classifiche.
Negli ultimi anni, Justin ha cercato di cambiare parecchio il suono per il quale si era fatto conoscere – riuscendoci. Prima ha inserito nelle sue canzoni dei chiari riferimenti alla musica elettronica degli anni ‘80; poi ha aggiunto un sacco di fiati.
Ora, col primo singolo estratto dal quarto album in studio, ancora senza titolo e senza una data d’uscita, torna ad un formato più asciutto e diretto. La voce è in primo piano, immancabilmente filtrata e in falsetto. In sottofondo, i soliti strumenti-marchio di fabbrica (che in molti hanno cercato di emulare, spesso con risultati disastrosi).
Sarebbe ora d’iniziare a riferirsi a Vernon come a un cantante soul, nonostante Wikipedia continui a catalogarlo come cantautore folk. Hey Ma è una canzone che proviene dal profondo dell’animo del suo autore e punta dritta al cuore dell’ascoltatore.
E se non è soul questo, ditemi voi cos’è.