Il grande blues rock duro a morire.
La solita storia: c’è chi dice che il classic rock sia roba da vecchiardi e c’è chi continua a ostentare i vecchi ricordi come uno stile di vita (anche quando sono ricordi di altri che ti hanno preceduto anagraficamente).
I Picturebooks fanno senza dubbio parte della seconda “famiglia”. Il duo tedesco continua imperterrito a suonare con in testa ZZ Top, Led Zeppelin e certi Clash, fregandosene di risultare obsoleti, di presentarsi come dei biker all’americana fuori tempo massimo e di agitarsi sul palco come dei forsennati in preda all’acido lisergico.
Electric Nights – anticipatore di The Hands Of Time, in uscita per la connazionale etichetta metallara Century Media – suona come ogni tradizionale inno r’n’r anni ‘70 dovrebbe: pattern di batteria basico, riffone di chitarra che va avanti per sempre, titolo che risuona in tutto il suo groove lungo il pezzo.
Cuore e anima diventano l’orchestrazione necessaria per uscire dall’anonimato e trasmettere una sana scarica di sentimento. Un’ulteriore mescolata di veracità, per Fynn Claus Grabke e Philipp Mirtschink, e siamo pronti a servire il blues rock di una volta. E di oggi, pure.