Il tradizionale fantasma dei Bad Religion, ritmi serrati & un filo di nichilismo in salsa svedese.
Nei loro ventisei anni di carriera, i Millencolin hanno probabilmente composto circa centocinquanta canzoni, circa, di cui alcune sono diventate dei piccoli, grandi inni adolescenziali per almeno un paio di generazioni di seguaci dello skate punk (declinato alla scandinava).
Statisticamente, aggiungendo anche l’età media dei membri del gruppo (quaranta e fischia…), dovrebbero aver esaurito o quasi le probabilità di tirar fuori dei nuovi pezzi all’altezza della propria fama. Eppure, Nothing è già di diritto un loro classico.
Non c’è niente di inedito sotto il pallido sole di Örebro, per carità: ritmo serrato dall’inizio alla fine, strofa-ritornello-strofa, tre minuti di punk melodico con un testo che parla di sogni infranti. Il ritornello si pianta immediatamente in testa, tuttavia, al punto che sembra di conoscerlo da una vita. E il tono del tutto richiama i Bad Religion dei tempi d’oro, a cavallo fra la fine degli anni ‘80 e l’inizio dei 90s.
A differenza dei maestri californiani, qui non ci sono particolari finezze o sottigliezze a livello lirico. Non resta che premere il tasto “play” e godersi l’adrenalinica traccia del giorno – caricandosi per l’uscita di SOS, il nuovo disco di questi sempre affidabili professionisti del punk svedese.