Garage rock orecchiabile e un poco strafottente, come non si sentiva da un bel po’.
Torna Mike Krol, e ti viene voglia di scrivere una mini-recensione e poi passarci sopra la carta vetrata col sorriso. Tutto questo perché il singolo del suo nuovo album, Power Chords, possiede il perfetto senso di sporca allegria di certo garage rock misto a power pop.
Voce filtrata; solo chitarre, basso e batteria; durata breve (l’intero lavoro è composto da undici pezzi per trentatré minuti: fate voi la media).
Per permetterti di “agire” così, oggi, c’è solamente un alibi: la bravura compositiva. E il musicista (e art designer) americano è proprio abile, in tal senso.
Oltretutto Krol è conscio della povertà della sua formula (riferimenti di massima: il primo Ty Segall e Bass Drum of Death), ma sembra fregarsene, richiudendosi compiaciuto in un mondo in cui l’indie non è una bestemmia cantautorale e gli amplificatori sfrigolano minacciosi.