Gomma abrasiva (ma non troppo).
I Gomma sono quattro ragazzi alternativamente arrabbiati che, forse, mettono assieme i Tre Allegri Ragazzi Morti con gli ultimi Meganoidi (quelli lungi dalle trombette ska), con in testa una certa lezione “emo”.
Tamburo è il terzo singolo estratto dal nuovo album Sacrosanto (il secondo della loro carriera): due minuti e mezzo per cantare la morte, la perdita nella metabolizzazione rabbiosa e contorta tipica di un adolescente disagiato – come può apparire la cantante Ilaria nel video. Lei corre (male) lungo percorsi selvaggi e civilizzati; mentre sfida la vita, si avvicina alla meta con un pallone dello sport sbagliato.
I Gomma hanno stile da sussidiario ermetico e talento nei motivetti orecchiabili. In realtà sono abbastanza innocui, ma piacevoli. Non si può negare che questo sia un pezzo complesso il giusto, compresso il giusto, espresso il giusto; una pillola post-punkettara così breve e intensa che viene spontaneo metterla ancora e ancora sotto la lingua, mandarla giù e ritrovarsela di nuovo tra le labbra, in una circolarità stregata da social-loop.
Lo stile del testo ricorda molto Pierpaolo Capovilla: diciamo che qui siamo nell’aula magna del liceo degli orrori, più che al teatro. Musica ragazzina per ragazzini problematici ed è giusto così: anche loro ne hanno bisogno. Non si capisce il finale alla Shining del clip, con la panoramica sul lago, ma va bene anche questo (qualcuno di Rollingstone.it glielo chiederà).